Nostalgia anticipata: ti manca già quello che stai vivendo
Estate, ogni anno ti lascio andare con un sentire dolceamaro.
Il dopo vacanze mi lascia sempre avvolta in emozioni contrastanti, del tipo
“Ma non desideravo finisse il caldo? Sì, ma finisce anche l’estate. Ma se amo l’autunno? Sì, ma bisogna rivestirsi. Ma se si dorme da dio con la copertina? Sì, ma vuoi mettere la gioia dei sandali?”
La cosa strana è quando questo contrasto lo inizi a sentire già in vacanza, una sorta di tristezza al pensiero di dover lasciare un posto bello mentre sei ancora lì a godertelo.
Si chiama nostalgia anticipata.
Ti manca già quello che stai vivendo.
Una contraddizione, ma con uno scopo molto importante.
L’ho scoperto dopo anni in cui mi davo il tormento per quello che provavo. Ora so che funziona come strategia di adattamento, e ci permette di fissare quei momenti piacevoli in modo che possano servire per quelli meno piacevoli.
Se capita anche a te, sappi che stai semplicemente immagazzinando quei preziosi ricordi nel miglior modo possibile.
Un viaggio mentale
Ho ricordi da sempre di questa sensazione. Alcune estati da adolescente, momenti di viaggio, incontri tra amici, cene, serate felici, persino spettacoli e concerti travolgenti.
Qualche anno fa, ad esempio, mi trovavo con mio marito in vacanza in un luogo bellissimo. Nonostante fossimo in Italia nei giorni intorno a ferragosto, la struttura era così accogliente da far dimenticare che vicino potessero esserci altri villeggianti. Solo mare, solo natura davanti agli occhi 24 ore su 24. Non occorreva manco uscire dal bungalow per godere di tutto ciò; se decidevi di farlo, delle scalette ti portavano in una spiaggia microscopica praticamente privata, visto che l’unico altro accesso era via acqua.
Pensavo alla fortuna di trovarmi lì, immersa in tanta piacevolezza. Ma allo stesso tempo, subdolamente, iniziava a farsi avanti questo senso strano, legato alla partenza che sarebbe avvenuta di lì a poco.
Pur consapevole che non riuscivo a fare a meno di sentire quello che sentivo, non avevo un nome da dare a questo stato: volevo apprezzare il momento che stavo vivendo, eppure, allo stesso tempo, non riuscivo a scacciare quella sensazione di mancanza.
Il risultato era che all’avvicinarsi di ogni vacanza iniziavo già a temere questo momento nostalgico. Pensavo di essere incapace di godere intensamente le cose belle.
Ero rassegnata alla convivenza con quello che reputavo un problema tecnico nella mia matrice psicologica. Poi, un giorno, ho trovato un articolo che descriveva esattamente quanto mi succedeva. E aveva pure un nome: nostalgia anticipata.
Un tipo specifico di nostalgia dove nella tua mente ti proietti nel futuro e immagini di ripensare a quello che ora, nel presente, stai vivendo.
Sai che un giorno guarderai a questo momento con nostalgia, quindi il tuo cervello riconosce che questo momento merita, così ti spinge ad elaborare un ricordo speciale.
Questo viaggio mentale in avanti nel tempo ha quindi soprattutto lo scopo di motivarci a creare questa sorta di personale souvenir. Allo stesso tempo ci fa già sentire malinconia perché sappiamo che questo momento finirà presto.
Nostalgia, un sentimento agrodolce
La nostalgia è uno dei sentimenti più strani che possediamo, un mix agrodolce di memoria, emozione e desiderio, dove paradossalmente ci si può sentire tristi e contemporaneamente felici.
Si tratta di fenomeno cognitivo complesso. Coinvolge molte parti del cervello, alcune implicate nella riflessione di sé, nella memoria autobiografica, nella regolazione emotiva e nell’elaborazione della ricompensa.
Quando fu definita per la prima volta alla fine del 17esimo secolo, venne vista come una malattia a tutti gli effetti: il termine è stato coniato dal medico svizzero Johannes Hofer che curava soldati che soffrivano di un disturbo misterioso legato al loro desiderio di tornare a casa.
Dall’inizio di questo secolo le cose sono cambiate e, nonostante sia stata a lungo vista come un tratto da evitare, negli ultimi due decenni circa, nuove ricerche hanno considerato la nostalgia in maniera differente, valutandola anche come possibile risorsa per rinforzare l’ottimismo o l’ispirazione o la creatività, correlate alla forza mentale.
Per definizione, quindi, la nostalgia è un’esperienza affettiva focalizzata sul passato, tuttavia è risultato che ci sono deviazioni da questo processo.
Alcuni studi del 2019 hanno introdotto il concetto di nostalgia anticipata. Una nostalgia per il presente e per il futuro che non si basa sui riflessi del passato, legata a tecniche di sperimentazione intensa e deliberata.
Come rendere il momento memorabile
Secondo questi studi, la positività della nostalgia anticipata pare dunque legata all’assaporare l’unicità dell’esperienza.
Facendoci percepire che quello che stiamo vivendo non sappiamo quando o se si ripeterà, entriamo a contatto con l’impermanenza della vita. Questo ci rende più consapevoli del valore di quel momento. È come se fossimo invitati a rendergli merito, apprezzandolo in modo più pieno.
Due suggerimenti da mettere subito in pratica:
– crea un’istantanea mentale
Certo, abbiamo a disposizione le macchine fotografiche dei nostri smartphone per immagazzinare ricordi, ma non sempre possono essere a portata di mano e poi perché non provare a creare una vera e propria istantanea mentale?
Io faccio così: quando riconosco di entrare nel loop della nostalgia anticipata, lascio comunque vagare i miei pensieri nostalgici e, consapevolmente, chiudo gli occhi e cerco di fissare l’attimo nella mia testa. Prendo le misure della mia foto mentale, scelgo il momento preciso in cui scattare, lo fermo e mi concentro per qualche secondo sul piacere delle sensazioni.
– descrivi cosa succede con un’unica frase
L’altro suggerimento è di tenere traccia del ricordo scrivendolo.
Se però l’idea di tenere un diario può sembrare troppo impegnativa, l’autrice Gretchen Rubin in The Happiness Project ci dà un’idea molto interessante: inaugurare un diario di frasi singole. Una, due frasi la sera in agenda, anche su quella digitale, perché no, aiutano a registrare i momenti fugaci della giornata senza il peso di dover scrivere troppo e, nel tempo, a ritornare a momenti forse non epici ma che ci fa piacere conservare.
La freschezza di un tuffo in mare, l’oro e il rosso di un tramonto speciale, il suono preciso delle risate: cose belle da tenere a portata di memoria per i momenti lontani e magari più faticosi.
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