Ciao! Sono Anna, life & book coach.

Ho superato i cinquant’anni e ho passato da un bel po’ il momento di sconforto in cui iniziano a chiamarti Signora o a darti del Lei. A dire la verità, non mi sono mai sentita sconfortata: ho sempre fatto caso a come mi sentivo e non alla mia età anagrafica.

Se nei tuoi “anta” senti in te forti nuove esigenze, aspirazioni personali ma anche professionali, vorresti puntare su progetti di vita diversi che però non riesci a mettere a fuoco e, soprattutto, ti senti frenata dalla preoccupazione del tempo che passa, possiamo lavorare insieme per capire cosa sta succedendo e come esprimerti a pieno con qualcosa di concreto.

Come coach, ti aiuto a sviluppare una maggiore conoscenza di te stessa per comprendere ciò di cui hai bisogno e che vuoi davvero, dandoti motivazione e ispirazione per metterti in moto verso il cambiamento che desideri, mettendo da parte le paure che ti sembra ti stiano spegnendo.

La mia mamma – ribattezzata dalle amiche il pezzo da novanta, e non certo per l’età – diceva sempre che se iniziavo a lamentarmi di essere vecchia quando ero giovane e ad impedirmi qualcosa solo per questo, una volta vecchia mi sarei resa conto di aver perso tutta la vita solo al pensare di esserlo, senza fare nulla. Quanta saggezza! Dalla sua lezione ne ho ricavato un mantra.

Certo, anche per questo, oggi penso di essere una meravigliosa donna vintage.

Proprio come te.

Lo sapevi che vintage è un termine che viene utilizzato anche nel mondo del vino? Mais, oui! Deriva dal francese antico vendenge, che a sua volta deriva dal latino vindēmia.

Vintage è il vino di pregio, che porta sulla bottiglia l’indicazione dell’annata.

Raccoglie il percorso che lo porta fino al bicchiere e quando lo apri ti racconta magicamente tutta la sua storia. Un bicchiere di vino va ascoltato, osservato, assaporato senza fretta, perché ha tante cose da raccontare.

Uso un’altra parola francese che deriva dal mondo del vino: terroir. Non è una parola che fa spavento, eh! Anzi: definisce l’interazione tra più valori che permettono la realizzazione di un vino specifico di alta qualità e immediatamente riconoscibile nella sua unicità. 

Penso che le donne vintage  abbiano un valore aggiunto, un terroir che è costituito dal percorso che le ha portate ad essere quello che sono, grazie alla potenzialità dei loro ingredienti intesi come talenti, uniti al loro sapere, alla loro conoscenza e alla loro fantasia.

Sei curiosa di scoprire il mio percorso?

  • Da bambina ho iniziato a leggere a tre anni e la mia lettura preferita è stata a lungo l’elenco telefonico: la storia la creavo io, nella mia testa, abbinandola ad un nome e cognome, finché non ho imparato a scrivere. Non ho più smesso e in seguito ho preso il patentino di giornalista pubblicista.

 

  • Uno dei miei primi nickname in rete è stato eighteeninthe80s: sono diventata maggiorenne in mezzo a capelli cotonati, glitter e musica pop, e questo spiega una perdurante predilezione per i colori accesi e l’animalier. Roar!

 

  • All’università ho scelto di studiare lingue decisa ad andare a Londra e conoscere John Taylor, il bassista del mio gruppo preferito, i Duran Duran.

 

  • Grazie ad un corso, mi sono avvicinata al mondo del vino e per un po’ ho pensato di diventare sommelier.

 

  • Poi volevo lavorare in mezzo ai libri e per più di vent’anni ho lavorato come bibliotecaria.

 

  • Le passioni accompagnano da sempre le mie scelte di vita. Eppure, a quasi cinquant’anni, mi sono sentita così sopraffatta dalla fatica di dover fare ogni giorno tante cose, che non riuscivo più trovare entusiasmo né capire perché, per chi o per cosa le stavo facendo.

 

  • Qualche anno fa ero in un periodo di grande stanchezza per motivi lavorativi e bloccata da responsabilità familiari. Avevo bisogno di non sentirmi paralizzata, volevo cambiare ma non sapevo cosa fare o come muovermi. Di una sola cosa ero sicura: non poteva essere troppo tardi per dare una svolta alla mia vita. E dovevo non solo pensarlo ma anche farlo.

 

  • Il coaching, che è una metodologia di sviluppo personale, mi ha fornito una prospettiva nuova. Non solo ho seguito un percorso individuale ma ho pure deciso di iscrivermi presso Accademia della Felicità, a Milano, a un master in coaching. L’anno successivo l’ho integrato con una specializzazione in tematiche al femminile e con una in bookcoaching. È stato un percorso lungo ed estremamente impegnativo, ma anche molto stimolante: mi hanno aiutato lo studio e l’esercizio, il confronto con le mie compagne, il supporto della master coach Francesca Zampone, l’ascolto delle persone con le quali ho lavorato a mia volta durante il tirocinio. Ho così potuto finalmente riconoscere e sviluppare quei punti di forza, le idee e la visione che avevo dentro di me e che non vedevo l’ora di far uscire fuori.

 

  • La scoperta più grande è stata che le passioni non se ne erano mai andate. Certo, magari con il tempo sono un po’ cambiate, ma oggi posso dire di aver ritrovato un filo conduttore interno. Questo mi consente di metterle in pratica, e soprattutto di insegnare ad altre donne a riscoprire le loro attraverso la mia offerta e il mio lavoro di coach.

Che ne dici di lavorare insieme?